martedì 5 giugno 2012

E per tornare alle sane vecchie abitudini... Ricettina!

Siamo a tre giorni dal trapianto, in fondo ai famosi 100 giorni critici ne mancano solo 97!!... E ricomincio già a pensare a cosa fare appena fuori di qui, quando, tra un controllo e l'altro, potrò godermi il potere rigenerante della campagna astigiana.. E si, ci saranno un sacco di regole alimentari da seguire e il meglio della cucina piemontese forse me lo perderò per un po' ma chi se ne frega, mi inventerò soluzioni alternative per godere dei frutti fantastici della zona..
Perché, benché come confessato a un amica mi mangerei anche un bel würstel e crauti in onore del midollino, onestamente, in tempi di mucosite e verdurine estive potrei soddisfarmi alla grande con i flan di verdura tipici della zona: morbidi, pastosi, ricchi di profumi, pieni di vitamine e, cosa più importante per i trapiantologi, cotti!
Infatti una delle nuove regole sarà che la verdura non solo deve essere lavata e strapagata con bicarbonato o ammuchina ma, per diversi mesi, rigorosamente cotta!
E quindi ecco qualche idea per i flan..

La cosa importante e' la ricetta di base, a questa poi aggiungo le verdure che preferisco a seconda della stagione.

70 gr di farina, 50 g di burro; 1/2 l di latte; 3 uova; 1 bella manciata di parmigiano grattugiato; 2 cucchiai di pangrattato; noce moscata; sale e pepe.
Far fondere 50 g burro in una piccola casseruola a fondo pesante e, mescolando, unire la farina setacciata.
Quando il composto comincia a schiumare, unite il latte versandolo a filo e mescolare energicamente perché non si formino grumi.
Salare e continuare a mescolare fino a che la salsa non bolle e cuocere per una decina di minuti, far intiepidire e unire il parmigiano, una grattatina di noce moscata, una macinata di pepe e le uova sbattute, il sale e mescolare bene.

Questa e' la base a cui si possono aggiungere tante verdure diverse. Per questa dose ad esempio si possono usare 800/900 gr di spinaci lessati, ben strizzati e tritati e fatti asciugare in padella con una noce di burro, oppure, broccoli, cavolfiori o porri o finocchi o piselli o fave o asparagi o zucchine o o..
A quel punto la crema di verdure ben asciutta e saporita si unisce all'impasto di base.
Imburrare uno stampo da budino (o gli stampini mono porzione) e rivestirlo di pangrattato. Versatevi il composto di verdure e livellare la superficie battendo delicatamente. Cuocere a bagnomaria, nel forno a 180° per un'ora scarsa (un po' meno se in mono porzione, io li controllo dopo 45 minuti con uno stecchino)

Lasciarlo intiepidire e sformarlo delicatamente su un piatto. Tocco da vero Piemonte ma che aggiunge altra energia a un piatto sostanzioso e' un bell'accompagnamento di fonduta..
In versione più estiva a me piace anche con una salsina di pomodoro rosso (ovviamente a seconda delle verdure scelte)..

3 commenti:

  1. gnam gnam! già a quest'ora mi fai venire l'acquolina in bocca. Ieri parlavo con Raffa e insieme fantasticavamo qualcosa di bello da fare insieme a te, le sue performance in cucina sono molto migliorate. Se penso che da ragazza non aveva nessun interesse per il cibo, spizzicava dai piatti come fanno i bambini! Ora,invece apprezza e anche parecchio.
    Il suo vero ruolo in un ipotetico business mangereccio è quello del sommelier, mentre io mi candido come tua aiuto cuoca.
    Dovremmo iniziare a mettere giù delle idee per il futuro.
    Un bacetto.
    mg

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  2. Io in camera sterile, quando ho ripreso a mangiare, ho voluto würstel e patatine fritte...che goduria!!! Poi però ho avuto acidità di stomaco per giorni, ma ne è valsa la pena :-)
    Le tue ricette mi piacciono un sacco, questa la proverò di sicuro!!!

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  3. Ciao Chicca, sono Raffaella, piacere di conoscerti. Mi sono imbattuta nel tuo blog per puro caso e la tua storia mi ha inchiodato davanti al pc. Ho 42 anni e la mia amica del cuore combatte da circa cinque anni con la tua stessa malattia. Oggi sta bene, un autotrapianto e due trapianti, una vita in salita, ma una grande forza e un coraggio strepitoso, gli stessi che sento in te. La tua stanza sterile mi ricorda la sua, le telefonate tra noi, il mio senso di colpa per essere in salute e le mie tacite preghiere. Lei si chiama come te. Francesca, detta Chicca. Domani ti mancano 94 giorni. E un altro giorno è passato. Il cammino verso la guarigione è lento ma sta li', davanti a te. Tieni duro. Ti abbraccio.
    Raffaella

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