mercoledì 4 gennaio 2012

Ricordi....

Rileggendo una mail mi e' tornato in mente un periodo lontano... Quando bambinetta andavo a piedi alla scuola elementare, con la cartella sulle spalle, la gonnella kilt, la calzamaglia di lana e il montgomery (eravamo in pieni anni settanta) e "facevo il fumo con la bocca" e poi mi fermavo in panetteria a comprare la focaccia dolce, ancora calda, per la merenda delle dieci..
Mmm mi torna in mente un profumo e quello zucchero caramellato sopra e mi sento ancora bambina...
Come e' strana la vita, in quel periodo pensavo che mamma e papa' fossero immortali e che il mondo fosse perfetto..
Poi cresci e scopri che nessuno e' immortale ma che certi ricordi, che l'amore che si prova, che le sensazioni belle lo sono e che a volte basta avere tempo per pensarci per farle rivivere nella nostra mente..
Come il fumo dalla bocca quando fa freddo e la focaccia calda tra le mani di una bambina...

Per cui,direttamente dal programma della Parodi, vi giro la ricetta per la focaccia dolce.. E' una delle poche che non ho modificato perché viene buonissima così..

Servono
450 gr di farina
1/2 cubetto di lievito di birra fresco
2 pizzichi di sale e 1 pizzico di zucchero
Acqua
1/2 bicchiere di latte
1/2 bicchiere di olio
100 gr di zucchero o anche un po' di più a seconda della teglia e del gusto

Impastare farina, lievito, i due pizzichi di sale e quello di zucchero e mezzo bicchiere d'acqua e mezzo di latte e lavorare bene, per dieci/quindici minuti fino ad avere un panetto morbido e lisci.
Far lievitare il panetto coperto da un panno.
Stendere poi un foglio di carta da forno su una teglia, ungerla bene di olio e stendere la pasta. Bagnare poi con un bicchiere di olio e acqua miscelate e stendere bene con le dita avendo cura di non avere una superficie lisca ma con ben evidenti gli avvallamenti delle dita.
Cospargere di zucchero e infornare a 250 gradi per 15 minuti.
Alla fine accendere pochi minuti il grill per far ben caramellare..

2 commenti:

  1. Quello che ha scritto e' verissimo e denota tanta sensibilita'

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  2. Penso che i medici soprattutto quelli che lavorano in reparti difficili o a contatto con dei bambini, debbano avere il giusto grado di umanità e sensibilità e il giusto distacco necessario per non farsi coinvolgere emotivamente da ogni caso affrontato.
    Il rapporto con il paziente non può essere standardizzato ma si costruisce ogni volta a seconda della persona che si prende in cura.
    Ci sono malati che hanno bisogno di sapere tutti i minimi dettagli per poter affrontare le terapie con tutte le loro forze e altri che se venissero messi al corrente di tutto si butterebbero giù e perderebbero la voglia di combattere.
    Il medico deve essere anche un pò psicologo per poter capire caso per caso il giusto modo di porsi e in questo è importante anche il rapporto con i parenti del paziente che, conoscendolo intimamente, possono essere di aiuto nel creare un buon rapporto.
    Personalmente non so come reagirei, che pensieri avrei, che emozioni proverei e non so se vorrei la sincerità assoluta o qualche piccola bugia tranquillizzante...
    Un bacio
    Daria

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