martedì 27 agosto 2013

Live like you are dying..

Premetto per chi poi si preoccupa per me:  Sto bene, la cura sta funzionando e il mio umore e' assolutamente sereno e positivo..
Queste sono riflessioni in liberta', generate da quell'alone di dolore che ci circonda e ci sfianca..
In ascensore, uscendo da qui, Max ha incontrato una signora straniera, qui da un anno per la sua piccola di 22 anni, ormai purtroppo in pessime condizioni.. Si e' messa a piangere con lui, cosi, senza conoscerlo, perche' a volte il dolore e' troppo e uno sguardo amico rompe le fragili difese..
Un altra persona di cui mi parlavano sempre se ne e' andata e per una complicazione che poco c'entra con la malattia se non nel concetto di un corpo che si logora e si spezza, ad un certo punto..
Poi ripenso a tutti gli altri, a quelli che ho conosciuto e a quelli che non ho incontrato ma di cui ho sentito parlare..
E l'egoismo mi porta subito a pensare a me, a noi, se tutto degenerasse.. E lo rovescio su Max che mi dice giustamente basta, non ne voglio parlare.. Provato profondamente da noi, dalla nostra storia e da quelle altrui..
Noi siamo qui, per ora si procede e io sono serena sulle possibilita' di guarigione o comunque di decente convivenza con i vari acciacchini ma ritorno a riflettere su questo aspetto della malattia.. Le sofferenze degli altri ti aggrediscono, ti fanno male, ti sbattono in una realta' che non vorresti conoscere... D'altro canto non le puoi evitare. Penso sia impossibile non generare questa vicinanza, questa sorta di pietas collettiva che un pochino lenisce anche se fa male..
La strada e' per tutti una sola: resistere al dolore, andare avanti, godere della vita e "vivere come se stessi morendo", apprezzando ogni singolo attimo!
Te lo insegnano in tanti, mamme coraggio che combattono per i loro bambini (seguite su facebook eli & ella's prayer warriors, la lotta di una mamma e due bimbi con una di quelle rare malattie geniche che forse qui al San Raffaele stanno curando), mariti e mogli amorevoli, giovani e maturi pazienti capaci di ridere di cio che accade, di sorridere a chi li ama e di guardare al futuro e ai loro sogni..
E te lo insegna chi molla, chi non sopporta piu, chi rinuncia, chi rifiuta di sapere e tu vorresti abbracciare e dire solo che  andrà tutto bene.
Te lo insegnano gli infermieri, che cercano di farti stare bene, di capire quando sei giu, e allo stesso tempo, di non soccombere a loro volta per ognuno che perdono nel cammino..



4 commenti:

  1. Riesci sempre con le tue parole a farci sentire la grande sofferenza che molte persone sono costrette ad affrontare ad un certo punto della loro vita... un percorso lungo e doloroso ...ma per fortuna esistono questi angeli che ogni giorno riescono a prendersi cura delle persone in difficoltà regalando loro attenzione e amore!!!
    Non dimentichiamoci nel campo medico ci sono tante vittorie...quindi fiduciosi bisogna andare avanti!!

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  2. Sempre avanti!!!! Io ho imparato da voi.....tu è Max,la vostra storia non la conosco,ma ho visto come si fa a resistere sempre, guardando il presente, con la consapevolezza di non mollare, la voglia di farcelaaa, sempre positivi....è noi poveri lettori,che andiamo sul blog,alcune volte distratti,magari con il pensiero collettivo, ignari troppe volte che la vera vita sta qui,e nello sguardo di Max quando lo si incontra sul pianerottolo....un bacione grande Iole.

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  3. Si , dobbiamo vivere ogni giorno come fosse l'ultimo ma allo stesso tempo pensare come se dovessimo vivere per sempre. Se non si fa così non si riesce ad andare avanti, un abbraccio da una tua ammiratrice anche dal punto di vista "culinario". Ho provato e gustato alcune tue ricette buonissime!

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  4. Uff... che commozione.. Hai ragione , a volte lo dimentico.. Ci si lascia influenzare da tante piccole paure e timidezze e non si vive a pieno ogni singola giornata. Grazie per il tuo blog e per le continue riflessioni a cui ci porti, a noi che ti leggiamo. Un abbraccio enorme dal cuore.
    Stefi

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